Causa di grandi frustrazioni e umiliazioni, le relazioni tossiche possono devastare le persone che ne vengono coinvolte e che non riescono a uscirne.

Da premettere che una relazione tossica non riguarda soltanto la coppia legata dal sentimento, bensì può riguardare qualsiasi contesto, i rapporti tra familiari, amici e colleghi.

Non è sempre facile riconoscere le relazioni tossiche e capire che ci si sta vivendo dentro con tutte le scarpe, perché se è vero che ci sono segnali evidenti e riconoscibili, ce ne sono altri che restano nel sottobosco e che possono essere dei seri campanelli d’allarme da non trascurare.

In questo articolo vediamo quali sono i segnali di una relazione tossica e come gestirla per non soccombere.

Quando una relazione diventa tossica

Una relazione diventa tossica quando il suo vivere quotidiano minaccia il benessere fisico, l’equilibrio emotivo e psicologico di una persona.

Persone più fragili emotivamente con disturbi mentali e dell’umore, come depressione, ansia o disturbo bipolare, diventano spesso vittime inconsapevoli delle relazioni tossiche, che comportano il peggioramento dei sintomi e l’incapacità di liberarsi dal legame negativo per la dipendenza che si viene a creare.

Ma in ogni caso, la dipendenza affettiva è sempre causa di frustrazioni a lungo andare.

I segnali della relazione tossica

Quando avverti malessere nel rapporto con qualcuno che offende la tua sensibilità con azioni, frasi e comportamenti, molto probabilmente sei coinvolta/o in una relazione tossica.

Gli abusi verbali e/o fisici sono i segnali più evidenti delle relazioni tossiche, ovviamente, ma non sono gli unici. Ce ne sono altri più sottili e invisibili sotto la punta dell’iceberg che bisogna riconoscere e smascherare:

  • dai più di quello che ricevi
  • non ti senti rispettata/o
  • i tuoi bisogni non vengono soddisfatti
  • ti senti incompresa/o
  • non riesci a comunicare in modo fluido
  • tiri fuori il tuo e il suo peggio 
  • il rapporto dà spesso luogo a confronti basati sul dispetto e sulla competizione
  • in presenza di quella persona esprimi emozioni che solitamente non ti appartengono
  • il tuo comportamento non è spontaneo e ti senti a disagio per timore di diventare bersaglio delle sue critiche
  • investi molte energie e tempo nel cercare di sollevare il suo morale 
  • ti senti sempre in difetto.

Comportamento tossico vs. sano

Per capire il grado di tossicità di una relazione, è bene osservare i propri comportamenti e quelli dell’altra persona. 

Se ricorrono spesso atteggiamenti egoisti, negativi e irrispettosi, allora siamo in un contesto di sicura tossicità, senza colpo ferire.

Se, invece, questi atteggiamenti sono solo sporadici, frutto di qualche incomprensione fortuita e occasionale, allora potrebbe trattarsi solo di dover mettere a punto quei problemi che creano frizione e che devono essere affrontati insieme.

Ecco la differenza tra i comportamenti tossici e quelli sani.

Comportamento tossicoComportamento sano
InsicuroRassicurante
GelosoAperto
NegativoPossibilista / Stimolante
EgocentricoAccogliente
EgoistaCompassionevole
CriticoIncoraggiante
IrrispettosoAccomodante

Come puoi notare, accanto alla matrice negativa non c’è il suo opposto (es: negativo vs positivo), perché non si tratta di avere una visione bipolare, sempre e comunque. 

Le relazioni avvengono tra persone e non tra robot, quindi non si può estremizzare tutto andando da un polo positivo al negativo come fossimo rigidi automi senza emozioni e sfumature emotive

Si tratta di acquisire una maggiore consapevolezza e di educare emozioni e sentimenti, riprogrammando quei tratti negativi della personalità che nuocciono in primis noi stessi oltre che gli altri.

Come si fa?

Il percorso di consapevolezza lo possiamo fare solo quando il nostro modo di vivere diventa causa di sofferenza. Solo quando diventa il cappio al collo dei rapporti che uccidiamo a causa di atteggiamenti respingenti o, appunto, tossici.

Tipi di relazioni tossiche

Come premesso, le relazioni tossiche non esistono solo
nei rapporti di coppia, bensì anche nelle famiglie, in ufficio e tra amici. Ma non è detto che implichino azioni da entrambe le persone coinvolte.

Alcune persone sono tossiche anche solo perché succhiano energie con le continue lamentele, facendo osservazioni critiche, discutendo animatamente per imporre la propria visione dei fatti.

Questo comportamento non è sempre frutto della consapevolezza. Spesso, anzi, nasce proprio dall’incapacità di comunicare, di sapersi rapportare al prossimo e dall’immaturità emotiva nel saper leggere i segnali sociali.

Altre persone sono deliberatamente maleducate e offensive mettendo l’altro in una condizione costante di disagio e malessere, che alla lunga può causare effetti all’autostima e alla salute mentale del più fragile. Ma qui c’è poco da fare, se non allontanare la persona.

La relazione tossica in amore

È forse la più comune tipologia di relazione che si crea tra due persone legate dal sentimento d’amore. 

Verte sulla dipendenza della persona più fragile da quella che potrebbe avere, invece, tratti predominanti e opportunistici, più o meno consapevoli. 

Non è tanto interessante mettere alla gogna uno dei due per santificare l’altro, quanto piuttosto cercare di riportare l’equilibrio in una situazione che può generare anche tanta sofferenza. 

Le relazioni tossiche in coppia possono anche dipendere dal disturbo narcisistico dell’una o dell’altro che, naturalmente, crea il terreno fertile per i giochi di potere e i conflitti silenti dove al centrocampo c’è sempre il più forte. L’altro è relegato, invece, al ruolo del dipendente affettivo.

Perché si diventa dipendenti in coppia?

L’esperienza clinica mostra le dipendenze affettive come la conseguenza di un vissuto difficile e sofferto in seno al contesto familiare.

Qui si annidano, infatti, i germogli delle future fragilità che portano a maturare alcuni tratti della personalità, nonché a fare scelte di vita sbagliate.

Potremmo sintetizzare le esperienze familiari come il frutto di legami con genitori assenti o fin troppo presenti, insistenti sul rapporto dipendente come unico porto sicuro in un mondo pieno di pericoli e avversità. 

Attraverso l’ipnosi regressiva il terapeuta può portare alla luce ricordi legati a esperienze passate e frustranti di relazioni castranti perché basate sulla dipendenza o sull’assenza delle figure genitoriali o di altre figure responsabili.

Attraverso l’ipnositerapia è possibile affrontare la dipendenza affettiva riformulando le credenze disfunzionali, correggendo le emozioni negative, rielaborando le sensazioni che ne derivano per riprogrammare il naturale bisogno di indipendenza e autonomia.

Seguono a questa presa di coscienza, il rafforzamento dell’Io per maturare autostima, la capacità di convivere con la propria solitudine, la gestione dell’ansia di fronte alla possibile separazione dall’altro.

Come gestire una relazione tossica

Sebbene non tutte le relazioni tossiche siano evitabili, ovviamente quelle in coppia, ma anche quelle tra colleghi o familiari, possono essere gestite cambiandone la dinamica, se ne vale la pena per altri motivi obiettivamente validi.

Il primo passo è sempre verso il dialogo. Sempre che anche l’altro sia aperto al confronto in un momento propizio per mettere in chiaro i propri sentimenti senza alcuna riserva, per asserire i propri bisogni prendendosi la propria parte di responsabilità, ma chiedendo l’impegno di cambiare la dinamica per migliorare il rapporto. 

Se il problema è della coppia, anche in questo caso si può decidere di seguire un percorso anche breve di ipnositerapia per prendere coscienza del problema e lavorare insieme sulla comprensione reciproca che può guarire le ferite più superficiali ristabilendo un’armonia foriera di altre evoluzioni.

Un passo alla volta, senza rendersene conto, si arriva a tutt’altro genere di scambio libero dal peso delle proprie ombre.

Attraverso la trance ipnotica è possibile infatti,

  • sganciare il rapporto dagli automatismi che si innescano all’interno della coppia per abitudini malsane
  • acquisire la consapevolezza necessaria per non fissarsi sulle cause che accendono i conflitti
  • esplorare nuovi modi di stare in coppia. 

il secondo passo, invece, è verso l’allontanamento.

Eh sì, se non c’è margine di manovra, dopo averle tentate più o meno tutte, o dopo aver capito che la persona semplicemente non è disposta a cambiare, meglio prenderne le distanze.

Contattami pure se stai vivendo un momento difficile e hai bisogno di un confronto.