Non è semplice gestire le emozioni ma è fondamentale per vivere meglio, più sereni e in modo più equilibrato, per mantenere un rapporto sano con noi stessi e con “l’altro da noi”.

Cosa significa gestire le emozioni?

Nel suo saggio, “Intelligenza Emotiva”, Daniel Goleman – psicologo, scrittore e giornalista statunitense – spiega come tante persone intelligenti in realtà falliscono nelle sfere più importanti della vita, con una conseguente grande, grandissima infelicità!

Colpa delle emozioni?

No, semmai colpa di una cattiva gestione delle emozioni che causa contrasti, equivoci, perdite e frustrazioni.

“Le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza; esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza”. (Daniel Goleman).

Gestire le emozioni significa attingere a questa immensa risorsa vitale per trarne il meglio, senza cadere preda dell’impulsività distruttiva. Anzi, riuscendo a incanalare le emozioni per sviluppare autocontrollo, compassione e la capacità di comprendere le emozioni altrui (empatia).

Sviluppare, coltivare e accrescere una buona intelligenza emotiva serve anche per migliorare il benessere fisico, visto che le emozioni hanno un forte impatto sulla salute dell’organismo.

Daniel Goleman è il fautore della teoria dell’Intelligenza Emotiva. E proprio nel suo omonimo saggio (Intelligenza Emotiva) spiega come puoi trasformare il rapporto con te stesso, i rapporti di coppia, quelli sociali e professionali, grazie all’intelligenza emotiva.

Quindi, grazie alla capacità di gestire le emozioni.

Ed è assolutamente vero: se non diventiamo padroni delle nostre emozioni, riuscendo a controllare anche quelle più negative come rabbia, paura o tristezza, rischiamo di compromettere rapporti importanti, da quelli intimi a quelli familiari, ai rapporti sociali e professionali.

Non possiamo gestire le emozioni negandone l’esistenza, perché esse sono innate e fanno parte di noi, ma non possiamo neanche vivere sempre in preda alle emozioni, lasciando loro il pieno controllo.

La cosa migliore è riconoscerle, accettarle, imparare a controllarle

Quindi, prima di tutto, conosciamole!

Cosa sono le emozioni?

Tutti noi proviamo emozioni, tutti noi viviamo di emozioni.

Puoi provarne senza neanche saperlo: le emozioni nascono e muoiono in fretta, sono moti innati, rapidi e immediati. 

Sebbene reagiamo a situazioni particolari in modo diverso, ciò non toglie che tutti proviamo rabbia, paura, tristezza, sorpresa, felicità, ecc.

Tra le emozioni primarie ci sono queste, che hanno una natura molto intensa:

  • allegria
  • ira/rabbia
  • paura
  • sorpresa 
  • tristezza
  • disgusto.

In passato, sulle emozioni si è dibattuto parecchio ma soltanto con l’evoluzione e le scoperte delle neuroscienze affettive, intorno agli anni ‘70, sono diventate oggetto di studio scientifico e oggetto di interesse della psicologia cognitiva.

Prima di allora, la loro natura era negata, non riconosciuta, al cospetto delle attività intellettive.

Le emozioni erano considerate vere e proprie interferenze nei processi mentali

Con le prime teorie scientifiche se ne mette in luce la natura, in parte determinata dal sistema nervoso simpatico e in parte legata a meccanismi di tipo cognitivo, ossia associati alla risposta a determinate situazioni di cui facciamo esperienza e che riconosciamo come tali nelle circostanze che si ripetono nel corso della vita.

Con il progresso delle neuroscienze nello studio del cervello, esploso in quest’ultimo decennio, sono emerse conferme sul legame tra i fenomeni cerebrali e i processi mentali.

E seppure le emozioni mantengono la loro natura immediata e impulsiva, ora sappiamo che hanno origine nel sistema limbico e nella parte più primitiva del cervello, quella preposta alla sopravvivenza.

Come sappiamo la vita emotiva si ripercuote anche sulla salute fisica.

Ad esempio, nella gestione del dolore è fondamentale allontanare ansia e stress per non peggiorare la sintomatologia dolorosa.

D’altro canto, invece, emozioni come gioia, desiderio, soddisfazione, entusiasmomigliorano lo stato di salute psico-fisico e mentale, agendo in modo positivo anche sui disturbi dell’umore e degli stati d’ansia.

Perché è importante gestire le emozioni?

Bè, abbiamo appena toccato un argomento a dir poco vitale, perché chiama in causa la salute fisica e quella mentale.

Già solo questi aspetti evidenziano il ruolo delle emozioni nella nostra esistenza e quanto sia utile, se non vitale, saperle gestire.

Ma c’è una ragione a monte di tutto: 

le emozioni hanno origine nel sistema limbico e nella parte più primitiva del cervello, quella preposta alla sopravvivenza

Proprio in virtù della loro natura e della loro origine rappresentano il sistema di allerta e sopravvivenza del nostro organismo.

Ecco perché arrivano a essere anche molto intense e molto potenti.

Le emozioni hanno una funzione precisa e sono parte di noi. Di fatto, ci aiutano a reagire ma dobbiamo saperle gestire, altrimenti possono soltanto peggiorare qualsiasi situazione. 

Sono innate e si attivano come reazione o risposta a stimoli o a situazioni particolari, a seconda della persona e al suo vissuto.

Infatti, anche il contesto in cui nasciamo e viviamo incide sul modo di reagire ad alcune situazioni, e di conseguenza sul modo in cui gestiamo le emozioni.

Fai caso ai momenti più critici della vita, quelli in cui è anche più difficile – per tutti – mantenere l’autocontrollo.

Ci sono persone che non sanno assolutamente controllare le loro reazioni, altre che pur provando la stessa emozione sanno gestirla senza perdere il bandolo della matassa.

Prendi come esempio la paura

La proviamo come risposta alle situazioni in cui ci sentiamo in pericolo, o la attiviamo come reazione prudente quando sappiamo che una situazione potrebbe metterci a rischio.

In questo caso, la paura è una risposta emotiva che ci aiuta a scampare al peggio

Ma la stessa paura, rovesciando la medaglia, può diventare un’emozione negativa – se portata all’eccesso – fino a paralizzare e a bloccare le nostre azioni. se per caso dovesse attivarsi come risposta a situazioni in cui non è opportuno bloccarsi.

Pensa alla paura di parlare in pubblico, alla paura di non farcela a superare un esame, o ancora alla paura di non sopravvivere a una terapia salva-vita. 

In sostanza, le emozioni possono essere fari nella notte che illuminano le zone d’ombra, inaccessibili al solo intelletto.

Con la sola razionalità, infatti, non potremmo avere intuizioni, provare gioia per le piccole conquiste e soddisfazioni, o piombare in uno stato di pura malinconia all’ascolto di una canzone che attiva ricordi di momenti vissuti. 

Ma le stesse emozioni possono anche diventare mannaie che tranciano di netto le opportunità della vita.

Si può imparare a gestire le emozioni negative?

Di fatto, ogni emozione ci predispone all’azione, ci spinge verso una direzione per affrontare piccole e grandi sfide, fino a diventare un bagaglio che fa parte di noi, al quale attingere quando si verificano situazioni già vissute (risposte emotive agli stimoli: trigger o cause scatenanti).

Possiamo dire che nessuna emozione di per sé è negativa, ciascuna ha una sua funzione e serve a farci reagire, a prendere iniziative, decisioni.

Sarebbe assurdo sperare o immaginare una vita senza provare emozioni “negative”.

Crescendo, infatti, sperimentiamo: 

  • momenti di gioia e felicità legati ai successi
  • ma anche momenti di grande dolore e tristezza legati alla perdita
  • la rabbia come reazione a episodi intollerabili per la nostra sensibilità e per il nostro sistema di valori. 

Tristezza e Rabbia sono emozioni “negative” molto comuni, che non possiamo negare, perché come le altre sono innate, fanno parte di noi e hanno anch’esse una loro funzione.

Possiamo, però, imparare a gestirle per non lasciarci divorare dalla loro intensità fino a perdere il controllo e superare la soglia dell’utilità. 

Lavorare con le emozioni è fondamentale perché il temperamento non è un destino, e perché compassione (empatia) e autocontrollo sono gli unici veri strumenti di miglioramento personale e relazionale.

Autocontrollo ed empatia sono innate, ma si possono anche imparare e migliorare per riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, per imparare a gestire quelle contrastanti e spiacevoli.

Per concludere, 

voglio citare ancora Goleman perché penso sia riuscito a individuare un problema oggi molto diffuso: l’incapacità di gestire emozioni fino a perderne il controllo e a degenerare… 

Lui afferma che “l’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere le nostre emozioni e quelle degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni”.