Come si comporta una persona bipolare nella relazione affettiva?
Il disturbo bipolare non riguarda solo chi riceve la diagnosi. Ogni volta che questa condizione entra nella vita di una persona, coinvolge anche chi le sta vicino: partner, figli, genitori, amici.
La relazione cambia. Le dinamiche si modificano. Gli equilibri si rompono e, talvolta, si ricostruiscono in modo diverso.
Chi si ritrova nel ruolo di compagno, compagna, familiare o amico, vive esperienze complesse, non sempre condivise, raccontate.
I sentimenti sono tanti e hanno sfumature diverse. Si passa dal senso di impotenza alla paura delle ricadute, alle difficoltà comunicative, al senso di solitudine, alla perdita di progettualità.
Dare voce a questi vissuti, legati al disturbo bipolare nella coppia, non significa spostare il centro dell’attenzione, ma ampliare lo sguardo clinico e umano. Soffre anche chi convive con la persona bipolare e ha bisogno di strumenti, riconoscimento e sostegno.
Il primo impatto con i sintomi del disturbo bipolare destabilizza la coppia
Il disturbo bipolare nella coppia manda in crisi molte relazioni prima ancora della diagnosi. Chi sta accanto comincia a notare sbalzi d’umore, comportamenti insoliti, reazioni sproporzionate.
Il partner o il familiare si chiede cosa stia succedendo: fatica? stress? crisi personale?
Chi si trova in relazione con una persona con disturbo bipolare non ha strumenti per interpretare i primi segnali.
I cambiamenti d’umore vengono letti dapprima come problemi personali, crisi dovute a qualche fattore esterno o a problemi relazionali. Insomma, non si pensa che in realtà sia colpa di un disturbo.
Nella fase iniziale manca un nome, ma c’è già un carico emotivo pesante. La comunicazione si complica. Le liti si moltiplicano. Le spiegazioni razionali non bastano più.
Senza un riferimento clinico, la relazione si muove nel buio. Il disagio viene interpretato come disinteresse, freddezza, ostilità. Chi sta accanto si sente confuso, a tratti manipolato, a tratti in colpa.
La diagnosi arriva tardi o in un momento critico, dopo un episodio che può essere anche grave, e che scatena tutto il percorso di scoperta.
Molti partner o familiari raccontano un senso di disorientamento totale, perdita di riferimenti, disperazione.
Cosa succede alla coppia dopo la diagnosi di disturbo bipolare
Ricevere una diagnosi può dare un certo sollievo perché finalmente si può dare un nome a quello che accade e si possono rileggere comportamenti passati in una nuova luce.
La diagnosi non risolve tutto. Per molti partner inizia un secondo tempo ancora più difficile.
Conoscere la natura del disturbo non basta per sapere cosa fare, come comportarsi, come proteggere sé stessi senza abbandonare l’altro.
Dopo la diagnosi, la relazione di coppia assume una nuova forma.
È possibile che debba essere il partner ad assumersi alcune responsabilità: prendersi cura della persona, assumendosi responsabilità che prima erano condivise, tenendo d’occhio l’umore, facendo da mediatore con il medico o il terapeuta, mettendo da parte sé stessi pur di non perdere la relazione, vivendo in costante ipercontrollo per prevenire ogni crisi.
Nel breve periodo, questo meccanismo può sembrare utile. Nel lungo periodo, però, svuota perché chi si annulla per troppo tempo rischia di ammalarsi a sua volta e di andare incontro a una forma cronica di stress da carico.
La letteratura psicologica lo definisce “caregiver burden”: un insieme di sintomi fisici, emotivi e relazionali che derivano da un impegno costante e poco riconosciuto.
Il partner può provare la sensazione frustrante di non avere più tempo per sé e di vivere in funzione degli stati d’animo della persona con disturbo bipolare.
Lo stress può avere conseguenze su corpo e mente:
- disturbi del sonno;
- ansia costante;
- sintomi depressivi;
- riduzione del desiderio sessuale;
- isolamento sociale;
- problemi di salute fisica.
L’effetto del disturbo bipolare nella coppia
Il disturbo bipolare nella coppia può avere diverse conseguenze che è bene conoscere.
Le fasi maniacali e depressive modificano profondamente il modo di stare in relazione.
La relazione di coppia viene vissuta come fragile e soggetta a continue oscillazioni.
La comunicazione si altera, l’intimità emotiva si riduce, il desiderio sessuale può diventare irregolare fino a scomparire.
Anche la fiducia può incrinarsi per le promesse non mantenute, frasi fuori controllo, gesti pericolosi che lasciano ferite. Quando questi episodi si ripetono, la sensazione di instabilità mina la sicurezza del legame.
Chi vive accanto a una persona con disturbo bipolare sente tante emozioni diverse, che raramente dice.
Non si dice quello che si sente per il timore di ferire, peggiorare la situazione, passare per egoisti. Così ci si chiude, si accumula, si finge.
Il partner si ritrova a reggere il peso emotivo per due. La quotidianità diventa fragile. La sensazione è quella di frustrazione e di non poter più contare su una progettualità condivisa.
Pensieri che fanno nascere anche il senso di colpa per desiderare una “vita normale”.
Molte persone raccontano di come hanno vissuto la relazione dopo la diagnosi con queste parole: “È come se la persona che conoscevo non ci sia più.”
In psicoterapia si parla di doppio lutto:
- Il lutto per la persona che non si riconosce più com’era.
- Il lutto per la relazione che non corrisponde più alle attese iniziali.
Sono forme di dolore valide, legittime, che meritano ascolto e spazio.
Un intervento psicologico efficace prevede anche il sostegno del partner, la creazione di spazi protetti per elaborare il proprio vissuto, ridefinire i confini, rimettere in equilibrio la relazione.
Quando la relazione regge, nonostante tutto
Non tutte le relazioni resistono. Alcune coppie finiscono per perdersi. Altre trovano un nuovo equilibrio perché niente è più come prima, e il punto non è tornare a com’era prima. È trovare un modo per convivere con ciò che è successo e ciò che può ancora accadere.
Chi riesce ad attraversare il dolore e a parlarne con onestà spesso costruisce legami più forti, più maturi. Anche chi ha il disturbo, quando si sente accolto e non giudicato, riesce a collaborare meglio alla cura.
La condivisione delle difficoltà, la comunicazione più aperta e svincolata da qualsiasi filtro, il rispetto dei limiti reciproci rafforzano il legame.
Anche la persona con disturbo bipolare, se sostenuta, può vivere una crescita profonda, personale e di coppia.
Prendersi cura anche di chi si prende cura
La psicoterapia può offrire un sostegno concreto al partner e alla famiglia per imparare a gestire meglio il disturbo bipolare e per riappropriarsi del proprio spazio emotivo.
Anche la partecipazione attiva ai percorsi di psicoeducazione e il coinvolgimento diretto nei momenti clou della terapia aiutano a trovare un equilibrio più sano e duraturo.
Riconoscere il dolore di chi sta accanto non toglie nulla a chi soffre del disturbo. Anzi, crea un sistema di cura più forte, più autentico e più efficace per affrontare tutti gli aspetti del disturbo bipolare nella coppia.
Nessun Commento